Il Servizio ristorazione scolastica nelle scuole dell’infanzia e primarie statali viene gestito dal Comune con proprio personale. La gestione diretta implica un notevole impegno finanziario e organizzativo, ma è molto apprezzata da bambini e genitori perché garantisce qualità e sicurezza dalla fase di approvvigionamento delle derrate alimentari alla fase di somministrazione del pasto.
Obiettivi e filosofia del servizio
L’obiettivo fondamentale della ristorazione scolastica è duplice: educativo e nutrizionale. La maggioranza dei bambini consuma il 35% dei pasti principali a scuola, ed è fondamentale utilizzare la refezione scolastica come momento formativo. La pausa mensa deve infatti aiutare a comprendere ciò che indirizza le scelte alimentari e fornire gli strumenti necessari per facilitare scelte nutrizionalmente corrette, al fine di consentire un adeguato sviluppo e un mantenimento psicofisico dell’utente.
Il pranzo consumato a scuola, venendo a sostituire il pasto che, per tradizione, è il principale momento di incontro della famiglia, assume inoltre valenze di socializzazione di grande importanza. La componente relazionale, unita ad un ambiente refezione confortevole e ad una adeguata qualità del cibo, va curata in modo da permettere di vivere il pasto comunitario come un momento piacevole della giornata.
Un’alimentazione equilibrata e corretta, ma anche gradevole ed accettabile, costituisce per tutti un presupposto essenziale per il mantenimento di un buono stato di salute e, in età evolutiva, è uno dei diritti fondamentali per una crescita ottimale.
Nella “Convenzione dei diritti dell’infanzia”, adottata dall’ONU nel 1989, è sancito infatti il diritto dei bambini ad avere un’alimentazione sana ed adeguata al raggiungimento del massimo della salute ottenibile e nella revisione della “European Social Charter” del 1996 si afferma che “ogni individuo ha il diritto di beneficiare di qualunque misura che possa renderlo in grado di raggiungere il miglior livello di salute ottenibile”.
Il Servizio di ristorazione non è quindi una semplice distribuzione di alimenti ma si deve considerare come educazione alimentare permanente che coinvolge bambini, famiglie e docenti.
Docenti e addetti al servizio, adeguatamente formati (sui principi dell’alimentazione, sulla importanza dei sensi nella scelta alimentare, sulle metodologie di comunicazione idonee a condurre i bambini ad un consumo variato di alimenti, sull’importanza della corretta preparazione e porzionatura dei pasti), giocano un ruolo di rilievo nel favorire l’arricchimento del modello alimentare casalingo del bambino di nuovi sapori, gusti ed esperienze alimentari gestendo, con serenità, le eventuali difficoltà iniziali di alcuni bambini ad assumere un cibo mai consumato prima o un gusto non gradito al primo assaggio.
A scuola i bambini devono imparare a stare a tavola, a mangiare ciò che hanno nel piatto senza sprechi e ad apprezzare sapori nuovi a volte inconsueti; la variazione stagionale dei cibi consente di proporre alimenti che, per diversità di gusti, abitudini e, a volte, mancanza di tempo per le preparazioni, non vengono consumati a casa. L'introduzione di alimenti nuovi può essere facilmente accettata se si supera l’eventuale iniziale rifiuto grazie alla collaborazione degli insegnanti e/o del personale addetto che stimola il bambino allo spirito di imitazione verso i compagni.
Il menù
Il menù viene elaborato secondo i principi di una alimentazione equilibrata dal punto di vista nutrizionale, utilizzando anche alimenti tipici al fine di insegnare ai bambini il mantenimento delle tradizioni alimentari, come indicato dal Ministero nelle Linee Guida nazionali per la ristorazione scolastica anno 2010, emesse per ridurre il tasso di obesità giovanile (12,3%).
La razionalizzazione del servizio
Nell’ambito della razionalizzazione del servizio, l’Amministrazione pone una costante attenzione sulle azioni possibili per contenere i costi ed aumentare l’efficienza e la qualità del servizio erogato.
Infatti, con l’anno scolastico 2013-2014 si è conclusa l’operazione di graduale chiusura delle cucine con capacità produttiva inferiore ai 100 pasti giornalieri, passando da 22 agli attuali 17 punti cottura, che distribuiscono pasti in 39 refettori.
Recentemente è stato avviato l’iter progettuale per la realizzazione di un Punto Unico di Cottura presso il plesso scolastico di Via Isonzo, che permetterà di mantenere la gestione diretta del servizio, consentendo, oltre al contenimento dei costi di gestione, un utilizzo più razionale del personale, una maggiore efficienza ed efficacia nel trasporto dei pasti e migliore garanzia di sicurezza alimentare.
In data 13 novembre si è svolta la
prima assemblea tematica aperta alla popolazione. Chi volesse contribuire con proprie osservazioni ha tempo fino al 27 novembre.