AVVIO PROCEDIMENTO VAS AREA SANT'ANNA
Sul BURL S.O. n. 26, del 29/06/2009 (scaricabile negli allegati qui a destra) è pubblicato la Delibera di Giunta Regionale di “Avvio del procedimento di Valutazione Ambientale VAS” di cui all’a tto integrativo, promosso con la DGR n. 7910 del 06.08.2008 all’accordo di programma sottoscritto il 13.12.2003 con la Provincia di Como, i Comuni Di Como, Montano Lucino e San Fermo della Battaglia, l’A.O. Sant’Anna di Como, finalizzato alla localizzazione e alla realizzazione del “ nuovo Ospedale Sant’Anna di Como” (ai sensi dell’articolo 34 DLgs. N 267/2000 e del L.R. n.2 del 14.03.2003)
RAPPORTO AMBIENTALE
"Sul Sito della Regione Lombardia http://www.cartografia.regione.lombardia.it/sivas/ è pubblicato il Rapporto Ambientale, la sintesi non tecnica e lo studio di incidenza dell'area ospedale Sant'Anna" seguito dal link:
La descrizione dell’area
L’ospedale Sant’Anna di Como è situato in un’area del territorio comunale caratterizzata dalla presenza di importanti realtà ambientali, storiche e infrastrutturali, e l’elemento che più lo caratterizza è rappresentato dalla particolare conformazione orografica del contesto.
Se la parte più antica della città di Como si è storicamente costruita andando a occupare le aree libere pianeggianti tra il lago e il sistema collinare che circonda l’ambiente della convalle, l’area dell’ospedale Sant’Anna si localizza in un punto dalle forti valenze strategiche e semantiche, dove, cioè, lo sperone collinare allineato tra i monti della Croce e Caprino, il poggio del Baradello e il monte Tre Croci abbassa la sua quota da 500 a 270 metri.
Tale anomalia altimetrica ha significato un elemento discriminante nelle logiche di organizzazione della rete infrastrutturale: lo dimostra la presenza della strada statale Napoleona (costruita nell’Ottocento) e dei tracciati ferroviari di Fs e Fnm; ma altre testimonianze del valore strategico del sito sono rintracciabili nelle presenze storico-architettoniche limitrofe: prima fra tutte la torre del Baradello, resti di un’antica fortificazione a presidio del valico collinare.
Il bacino della Camerlata ebbe fin dall’epoca romana un ruolo strategico, poiché era attraversata dalle strade che da Como si dirigevano verso Milano e verso Varese; le pendici furono sede di una necropoli e lungo il percorso che dall’attuale Camerlata scendeva a Como si disposero anche edifici di carattere pubblico: secondo la tradizione fu proprio un tempio dedicato a Mercurio a diventare, per volontà del proto vescovo Felice, la prima chiesa cristiana della città (sul luogo dove oggi è S. Carpoforo); ma la zona era importante soprattutto per il controllo del traffico, e vi sorsero perciò fortificazioni essenziali tra cui quella del Baradello, certamente già esistente in epoca tardo antica; nel periodo medioevale e fino alla fine del Cinquecento, l’area acquistò il ruolo di retroterra agricolo della città, sfruttata sia dal monastero benedettino di S. Carpoforo sia da altri enti religiosi cittadini, come l’Abbazia di S. Abbondio e il Capitolo di S. Fedele, che vi avevano ingenti possedimenti.
Nel Settecento con il generale rifiorire dei commerci, Camerlata divenne un nodo viario di notevole
importanza, ulteriormente aumentata nell’Ottocento dopo la costruzione della Napoleona (1806-1808); ma fu soprattutto nel periodo 1848-1875 che la località svolse un ruolo insostituibile nella rete dei trasporti regionali, in quanto vi facevano capo la ferrovia da Milano come la diligenza per il Gottardo; dopo essere stata riunita al Comune di Como nel 1884, Camerlata e le zone vicine conobbero un nuovo periodo di sviluppo demografico e edilizio; tra la fine dell’O ttocento e l’inizio del Novecento cominciarono i primi insediamenti industriali con un conseguente aumento di popolazione e, nel periodo tra le due guerre, l’area – che aveva mantenuto nonostante tutto una prevalente caratterizzazione rurale – fu interessata dalla costruzione di numerose case popolari, e divenne inoltre sede di servizi pubblici, tra cui i principali furono appunto il nuovo Ospedale S.
Anna e il Sanatorio G.B. Grassi a Camerlata, oltre alla Maternità a Rebbio.
Le pendici delle colline retrostanti fanno parte di quel bacino che è ormai noto con la denominazione di Spina Verde, incuneata tra gli insediamenti della convalle e dell’area di Como sud e dichiarata, con provvedimento della Regione Lombardia del marzo 1985, parco di cintura urbana; altri due elementi di spicco in adiacenza all’attuale Ospedale Sant’Anna sono il complesso di S. Carpoforo e il forte di Baradello: il primo, situato sulle falde del colle del Baradello in posizione dominante sulla città, è un’abbazia benedettina sorta nel 1040 sulle strutture del primo edificio di culto cristiano della fine del IV secolo, dedita per molti anni alla coltivazione dei terreni agricoli circostanti; la basilica di S. Carpoforo presenta una struttura che, in seguito alle manomissioni e distruzioni intervenute nel corso dei secoli e ai restauri di fine Ottocento e della metà del XX secolo, assomiglia a quella tipica delle chiese romanico-lombarde.
Sulla sommità della collina è invece la fortificazione del Baradello, che si mostra oggi in forme derivate da una serie di interventi medioevali; smantellata la fortezza nel 1527, restò in piedi solo la torre; nei secoli seguenti l’area su cui sorgeva il castello risultava possedimento dei monaci Eremitani di S. Gerolamo, insediati nel convento presso S. Carpoforo; poi, quando questo venne secolarizzato, il Baradello fu acquistato dalla famiglia milanese Venini che, nel 1825, fece aprire il viale carrozzabile dalla base alla sommità del colle e fece erigere anche la piccola torre esagonale di stile neogotico; restaurato nel 1903, nel 1927, alla morte della proprietaria Teresa Rimoldi il Baradello passò all’Ospedale S. Anna, che ne fece a sua volta dono al Comune di Como; al 1984-1985 risalgono gli ultimi lavori, effettuati nella parte interna del mastio, dove oggi un nuovo collegamento verticale consente una migliore fruizione del monumento.
Sul versante ovest dell’area dell’Ospedale, lungo via Colonna, venne eretta nel 1924-1927 una nuova chiesa dedicata a S. Brigida, progettata dall’arch. Cesare Formenti di Seregno e liberamente ispirata alle costruzioni romaniche e gotiche lombarde.
La genesi storica dell’ospedale
In questo contesto monumentale s’inserì nel 1925 il progetto dell’Ospedale Sant’Anna affidato all’ing. Giulio Marcovigi di Bologna, grande esperto in costruzioni ospedaliere, con la Collaborazione del prof. Enrico Ronzani per gli aspetti sanitari.
La posa della prima pietra ebbe luogo il 15 marzo 1928 e i dodici padiglioni di cui era composto il complesso (Amministrazione, Ambulatori, Accettazione, Medicina, Chirurgia, Servizi Generali, Tubercolotici, Pediatria, Dermosifilopatici, Isolamento infettivi, Lavanderia Disinfezione, Servizio mortuario) vennero portati a termine nel 1931-32.
Il nuovo complesso ospedaliero bastò alle esigenze cittadine fino agli anni Sessanta – all’i nizio dei quali fu adeguata la Centrale termica (1960) e costruita la Scuola infermieri (1964) – quando la notevole crescita
demografica della città impose l’edificazione del grande Monoblocco, costruito tra il 1965-1975 su progetto dall’arch. Cante Rossi e completato dall’arch. F. Testori, capo della ripartizione tecnica dell’ospedale.
L’intervento comportò la demolizione della Chiesa, dell’esedra con fontana antistante e dei porticati di collegamento del padiglione dei Servizi generali con la chiesa stessa e coi padiglioni di Medicina e Chirurgia, a ciascuno dei quali fu sottratto un corpo angolare per innestare il nuovo edificio.
Negli anni Settanta furono realizzati diversi ampliamenti e modifiche interne agli edifici esistenti e furono costruiti nuovi padiglioni: tra il monoblocco e la testata del reparto Medicina fu inserito, al piano interrato, l’ampliamento del settore di Radiologia (1970-75); il padiglione di Medicina nucleare e Oncologia medica risale all’aprile 1973, quello di Istologia e Anatomia Patologica fu realizzato tra il 1974-1975 a est del padiglione di Necroscopia e collegato allo stesso attraverso un passaggio interrato, mentre il fabbricato provvisorio del reparto di Cardiologia fu risistemato e reso definitivo tra il 1971-1979 in un nuovo edificio parallelo all’a la ovest del padiglione di Medicina; negli stessi anni furono rinnovate le sale operatorie e fu introdotto il servizio di tomografia assiale computerizzata (Tac).
Tra la fine degli anni Ottanta e i primi del Duemila sono continuati i lavori di ampliamento del complesso ospedaliero con la costruzione del padiglione di Radioterapia oncologica (1988-96), dell’eliporto (1986) con il fabbricato per il Servizio 118 (1991-1997), di un corpo aggiuntivo alla testata del padiglione di Medicina riservato al servizio di Risonanza magnetica (1997-1999), del corpo contenente l’Accettazione davanti al monoblocco, in linea con l’ingresso principale (2001) e di nuove autorimesse per le ambulanze (2000-2002);
sono nel frattempo continuati anche i lavori di riorganizzazione interna – per esempio nell’e dificio degli ambulatori a fianco dell’ingresso – e gli adeguamenti all’interno dei gruppi operatori.
Di recente costruzione il parcheggio in silos, situato oltre la via Napoleona, il cui accesso pedonale è dentro il comparto, a lato degli edifici sul fronte strada.
Gli elementi organizzativi della riqualificazione dell’area
La Variante di P.R.G. si struttura su alcuni elementi che derivano dalle analisi storico-morfologiche dell’impianto, inserendo gli elementi dell’edificato storico in una scala di valori che permette la definizione delle emergenze con cui confrontarsi, e da valorizzare; in particolare, il Piano prevede:
- il mantenimento dell’edificato storico di pregio e la sua valorizzazione;
- l’organizzazione delle nuove volumetrie di progetto in un sistema organico di forme che segua le linee direttrici del progetto originario;
- il mantenimento e recupero dell’edificio denominato “Monoblocco”;
- la costruzione di un sistema di rapporti visivi in grado di assicurare relazioni percettive con gli elementi storico-architettonici e ambientali adiacenti all’area dell’ex Ospedale Sant’Anna;
- la costruzione di una rete di spazi e percorsi pubblici che garantisca l’accessibilità al parco regionale della Spina Verde di Como;
- la creazione di una “Cittadella Sanitaria” con insediamento di strutture pubbliche secondo le esigenze di A.O. e A.S.L.
- la localizzazione di un’adeguata commistione di funzioni pubbliche e private, in grado di assicurare la densità di usi indispensabile a un quartiere dalla forte valenza urbana.
Il procedimento VAS
Nell’area limitrofa a quella oggetto di variante urbanistica è presente un SIC in fase avanzata di istituzione pertanto si rende opportuno sottoporre a VAS l’atto integrativo all’accordo di programma promosso il 6.08.2008.
L’iter procedimentale si è sviluppato secondo le seguenti fasi:
- con D.G.R. 7910 del 6.08.2008 è stato promosso atto integrativo dell’accordo di programma sottoscritto in data 13.12.2003, finalizzato alla localizzazione e alla realizzazione del “nuovo ospedale S’Anna di Como”;
- in data 18.04.2009 il Collegio di Vigilanza ha condiviso la proposta del nuovo atto integrativo che prevede una variante allo strumento generale del Comune di Como finalizzata alla valorizzazione dell’area dell’attuale presidio ospedaliero di S’Anna, variante già condivisa nella segreteria tecnica del 17.04.2009;
- con D.G.R 19.06.2009 n. 8/9636 (scaricabile negli allegati qui a destra) è stato dato avvio al procedimento di valutazione ambientale VAS di cui all’atto integrativo sopra citato.
CONFERENZE DI VALUTAZIONE E INFORMAZIONI
I conferenza valutazione introduttiva 24.07.2009 ore 10.00 presso STER Como
Tutta la documentazione è disponibile sul sito web della Regione Lombardia http://www.cartografia.regione.lombardia.it/sivas/
Allegati
Avvio procedim VAS Sant'anna DGR 8-9636 del 290609 - [983 KB]
Documento Scoping VAS Sant'Anna -giugno 2009 - [2 MB]
Forum S.Anna - [100 KB]